Da come impostiamo la nostra esistenza si evincono molte cose. Un po’ come quando entriamo in casa di qualcuno e sbirciamo la libreria per cercare di farci un’idea più precisa – intima e privata – della persona che siamo andati a trovare. Allo stesso modo se osserviamo da vicino il comportamento di un estraneo ci sembrerà già di conoscerlo almeno un pochino. Ma l’affermazione è vera anche in un altro senso. Il modo in cui decidiamo di trascorrere il tempo che ci è concesso esercita una grande influenza sulla maniera in cui guardiamo alle cose. E, per converso, su come le affrontiamo. Quando Alessandro mi ha portato il suo “Libera la tua luce e volta pagina”, non sapevo con esattezza che il libro parlasse proprio di questo.

Urge fare un paio di passi indietro. Il primo riguarda il tipo di letture che sto portando avanti in questo periodo. Il secondo ha invece a che fare con il contesto. Parto dall’ultimo, così sputo il rospo. Il contatto con Alessandro Comella è avvenuto grazie alla mente e al cuore di chi stava organizzando una serata a Berzo Demo. Sabato 11 novembre faremo un aperilibro in cui sarò in dialogo con l’autore e a seguire ci sarà un piacevole aperitivo con prodotti del territorio. Allego subito la locandina per piacere di chiarezza:

Sono molto grata di essere stata coinvolta nell’iniziativa, soprattutto per gli argomenti che emergeranno nel corso della serata. Sto giusto riguardando la scaletta delle domande, perché ci sono molti modi per leggere questo libro. E – tanto per tornare al punto uno – confesso di essermi approcciata alla lettura in un periodo in cui la mia testa era, almeno in parte, su altro. Ero infatti tutta presa da teorie sullo sviluppo delle religioni, roba al limite dell’Antropologia. E poi mi sono ritrovata tra le mani questo “Libera la tua luce e volta pagina”. All’inizio, non sapevo bene che pesci pigliare. Così ho affrontato la cosa di petto e ho cominciato a leggerlo praticamente senza fermarmi, in un paio di riprese. Si è rivelato un errore, ma solo in parte.

L’errore – tutto mio – sta nell’avere letto troppo rapidamente una cosa bella. L’altro lato della medaglia è che quando un libro scorre, scorre; nel senso che è un piacere leggere qualcosa di fluido, che non c’impianta il cervello ad ogni paragrafo. Scrivo questa cosa perché penso che possa essere un buon consiglio per chi deciderà di leggere il testo di Alessandro. Va letto piano. Con calma. Per incarnare al meglio il principio di essere nel presente, nel qui e ora. Per lasciarsi assorbire dalle esperienze e dagli spunti che l’autore ha scelto di condividere con chi legge. E se da un lato è vero che ormai tutti scrivono e che tutti pubblicano, è bene sottolineare anche che non tutti hanno il coraggio di mettersi a nudo.

A conti fatti, siamo noi a scegliere quale importanza dare agli avvenimenti che incontriamo, e a consentirgli o meno di interferire con la nostra felicità.

alessandro comella

Alessandro della sua esperienza racconta, con grande delicatezza, anche i momenti più complicati. Lo fa senza entrare troppo nel dettaglio, lasciando però intendere al lettore quanto siano stati bui. E leggendo ci si accorge del pregio del testo: la sincerità. Posso affermarlo solo con cautela, non avendo conosciuto l’autore prima della lettura del libro, se non per un breve incontro (breve per durata, intenso per contenuti). Ma in “Libera la tua luce e volta pagina” fa una cosa che non tutti avremmo il coraggio di fare. Analizza il proprio vissuto, tracciando i contorni di un progressivo percorso di miglioramento. Un miglioramento in cui Alessandro è stato affiancato da persone competenti, che a più riprese e in più occasioni gli sono state di supporto quando era il momento di fare ciò che il titolo così bene esprime: voltare pagina.

Il genere umano immagino scelga di cambiare per sopravvivenza. A volte però, l’intenzione profonda di dare un nuovo corso alla propria esistenza arriva solo quando si è al limite. Oppure, peggio ancora, non arriva mai. Per questo penso che leggere l’esperienza – diretta e assistita – di una persona che ha vissuto periodi di buio possa essere di grande aiuto. Per tutti. M’interrogo spesso sul ruolo delle storie personali e del perché andrebbero diffuse. Del perché qualcuno dovrebbe poter voler leggere la vita di un’altra persona quando questa non è comunemente annoverata tra i personaggi famosi. E spesso mi ritrovo a pensare che ci salviamo – anche – a vicenda.

continuando a scaricare la responsabilità al di fuori di me mi sarei completamente tolto il potere di agire per cambiare la situazione.

alessandro comella

Recependo l’esperienza di un altro essere umano traggo spunti, temi validi al mio personale percorso. Posso anche scegliere d’ignorarli, di tirare dritto per la mia strada. Ma, prima o poi, il conto si presenta. Di Alessandro ho trovato intelligente il fatto di partire dalla lettura dei propri momenti bui apponendovi una nuova etichetta: quella di “innesco” verso la crisi e da lì il nuovo. E il fatto di riconoscere, passo passo, come osservare i propri demoni interiori, studiarne le forme, per poi consentire alla propria vita di prendere una direzione diversa. Al termine di ogni passaggio significativo Alessandro inserisce inoltre una breve sosta. Qualche domanda, uno spazio pensato affinché il lettore si chieda se non ci sia qualcosa in cui si sente risuonare, che lo riguarda in prima persona.

Il disagio nella nostra società può assumere molte forme. Quella però con cui mi sento di avere avuto maggiori riscontri a livello di letture e di conoscenze riguarda il famigerato equilibrio tra vita privata e lavoro. “Libera la tua luce e volta pagina” si concentra molto su quest’aspetto. Su come necessitiamo di più tempo libero e di come, quando finalmente prendiamo coscienza di questa necessità, poi fatichiamo per ottenerlo. Ma la cosa più assurda è che, una volta conquistato, questo sacrosanto diritto al coltivarsi, all’avere del tempo da spendere propriamente per sé, rischiamo di non godercelo. Sono molti i tranelli della mente in cui corriamo il rischio d’incappare. Molte le sfide di fronte alle quali la vita ci mette, partendo proprio da ciò che la testa c’impone. Ciò che dovremmo essere, ciò che dovremmo fare.

[…] Oltre a ciò, l’aspetto ancora più importante rispetto alla propria crescita è la possibilità di costruirsi un gruppo di pari, composto da tutte quelle relazioni di valore costruite nel tempo grazie ai vari percorsi. Persone con interessi, esigenze e ambizioni simili alle tue, ma con storie ed esperienze molto diverse, da integrare nella tua.”

alessandro comella

La testimonianza di Alessandro parla di un’esperienza: la sua. Di chi lo ha aiutato a riscattare, tra le altre cose, anche la capacità di godere del proprio tempo senza trascurare il mondo in cui siamo tutti immersi. Di come ci si può rimettere al centro. Ma ciò che più mi ha colpita della sua storia è stata la determinazione con la quale ha trasformato le proprie azioni e i propri pensieri. Costanza, perseveranza, testardaggine (in senso positivo): varie declinazioni dello stesso elemento. Un elemento senza il quale è pressoché impossibile cambiare il corso della propria esistenza e arrivare così – finalmente! – a voltare pagina. Per cambiare vita servono nuove abitudini. Una cosa tanto semplice e immediata quanto difficile poi all’atto pratico.

La storia di Alessandro è di diritto una storia luminosa perché racconta, senza la pretesa di mettersi in cattedra a insegnare. Lo fa con delicatezza e determinazione, partendo dal disagio, osservandolo e arrivando a delineare nuovi contorni per la propria esistenza. Anche se sono poco avvezza a questo genere di letture, sono felice che ci sia chi ha il coraggio di raccontare non solo il proprio buio; ma soprattutto il percorso che ha trovato più consono e appropriato per liberare la propria luce!